Mer. Apr 24th, 2024

La famiglia italiana è un soggetto economico peculiare.

Forti sono i legami familiari e spesso si manifestano in un sostegno economico diretto ai membri della stessa famiglia.

L’Istat (Rapporto annuale sul 2010) ci dice che nel 2009, il 17% circa delle famiglie italiane ha ricevuto un aiuto informale da parte della rete familiare, quota che sale al 38% quando in famiglia ci sono figli piccoli con la mamma che lavora dove entrano in gioco i nonni.

Questo ruolo storico, di protezione sociale della famiglia italiana si è intensificato durante gli anni recenti di crisi economica.

Così ha aperto un suo recente intervento, la Dott.ssa Anna Maria Tarantola (ex Vice Direttore Generale della Banca d’Italia).

Ha continuato sostenendo che recenti indagini sui bilanci delle famiglie, svolte dalla stessa Banca d’Italia, evidenziano che dal 2002 al 2012 la propensione al risparmio è calata, attestandosi al 12%.

In media le famiglie italiane appaiono ricche nel confronto con gli altri Paesi: siamo in linea con Francia e Regno Unito, ma la ricchezza netta è superiore a Germania e Stati Uniti.

La distribuzione della ricchezza però non è omogenea, infatti quasi la metà è detenuta dalle famiglie del decimo più ricco.

L’indebitamento delle famiglie è contenuto, nel confronto internazionale i debiti finanziari delle famiglie rimangono più bassi rispetto al dato medio dell’area Euro (il 66% contro il 99% nel 2011).

Il diminuire dell’indebitamento è dipeso sicuramente da una minore domanda di prestiti, ma anche da una maggiore selettività da parte degli intermediari finanziari.

Il calo dell’indebitamento ha riguardato soprattutto i prestiti immobiliari.

Ha concluso evidenziando che bisogna interrogarsi circa la sostenibilità di un modello sociale in cui alle famiglie è demandato il compito di ammortizzare gli shock negativi che colpiscono i redditi dei singoli componenti, visto che la ricchezza dei genitori comincia a ridursi e i figli sempre meno riescono a risparmiare.

Alessandro Gaetani

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