Gio. Apr 25th, 2024

Nell’ultimo decennio si è assistito a una progressiva crisi del sistema pensionistico pubblico.

Le cause che hanno portato alla crisi sono da riscontrare nei seguenti attori:

l’evoluzione della piramide demografica “riduzione delle nascite”: la popolazione italiana è in fase di progressivo invecchiamento sia per l’innalzamento della vita media sia per un consistente calo di natalità;

l’evoluzione del mercato del lavoro “crisi occupazionale”: i tassi di disoccupazione e il lavoro precario sono in aumento, con una riduzione dei lavoratori in attività e quindi una contrazione del flusso contributivo;

il ruolo assistenziale dell’Inps: l’istituto nazionale ha fatto fronte a numerose spese, dai trattamenti di maternità, ai prepensionamenti per le aziende in crisi, ai trattamenti minimi di pensione, alle pensioni sociali e al finanziamento della Cassa integrazione;

la diminuzione dei lavoratori attivi e l’aumento dei pensionati: nel 2025 si prevede un pensionato Inps per ogni lavoratore (il cosiddetto momento di pareggio);

il sistema a ripartizione: tale meccanismo finanziario è improntato a un criterio di solidarietà intergenerazionale, per il quale i contributi versati dai lavoratori in attività finanziano il pagamento dei trattamenti di quiescenza ai pensionati. Esso è efficiente fino a quando i contributi versati sono superiori alle pensioni erogate.

A fronte di questa situazione quali sono state le soluzioni adottate?

Il nostro sistema previdenziale è stato caratterizzato a partire dagli anni Novanta da una lunga serie di riforme e progressivi aggiustamenti non ancora giunti a conclusione (dalla legge Amato a oggi si contano ventuno interventi sulla previdenza).

Le riforme che si sono susseguite si sono sviluppate seguendo le seguenti linee guida:

l’introduzione graduale del sistema di calcolo delle prestazioni “contributivo” (a oggi per tutti), rispetto a quello “retributivo”;

l’innalzamento progressivo dell’età pensionabile;

l’introduzione delle forme pensionistiche complementari che si affiancano, su base volontaria, alla previdenza di base (Inps, Casse di Previdenza, etc.) con l’obiettivo di favorire il mantenimento del tenore di vita post pensionamento;

il sistema fiscale incentivante per l’adesione a forme di previdenza complementare.

Alessandro Gaetani

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