Gio. Apr 25th, 2024

Migrazioni e migranti

E’ stato presentato recentemente dall’ABI (l’Associazione Bancaria Italiana, il cui Presidente attuale è Antonio Patuelli, eletto per acclamazione nel 2013, dopo che Giuseppe Mussari aveva lasciato per le polemiche sullo scandalo derivati del Monte dei Paschi di Siena), l’Osservatorio Nazionale sull’Inclusione Finanziaria dei migranti.

Quest’ultimo è un progetto pluriennale nato dalla collaborazione tra l’ABI e il Ministero dell’Interno, e gestito dal CeSPI (Centro Studi di Politica Internazionale), che intende fornire uno strumento di analisi e monitoraggio costante e organico del fenomeno dell’inclusione finanziaria dei migranti. Quest’ultima va di pari passo con il processo di integrazione nel Paese.

L’ultima rilevazione Istat quantifica circa 5 milioni di immigrati residenti in Italia, per i quali alla graduale stabilizzazione dal punto di vista familiare, abitativo e lavorativa si accompagna l’evoluzione dei bisogni finanziari.

L’indagine presenta molti indici di “familiarità” con la banca. Ecco che allora ritroviamo oltre 2,5 milioni di conti correnti intestati a cittadini immigrati delle 21 nazionalità considerate nell’ultima indagine dell’Osservatorio (Dicembre 2013).

Se il conto corrente assume il ruolo di punto di accesso per il processo di inclusione finanziaria, secondo l’indagine, a riguardo dei migranti non titolari di conto corrente, risultano 1,1 milioni le carte con Iban e carte PostePay offerte da BancoPosta (a fine 2012 un cittadino immigrato su tre senza conto corrente era titolare di queste carte).

I provenienti dall’America Latina e a seguire di origine europea e africana, sono le comunità che mostrano una maggiore familiarità con la banca.
In generale il migrante, si dimostra un cliente “evoluto” poiché utilizza, circa sei prodotti bancari (custodia del risparmio, mezzi di pagamento, gestione attiva del proprio patrimonio, etc.).

Un immigrato su due utilizza libretti di risparmio (bancari e postali), mentre emerge una forte diffusione degli strumenti di pagamento (banco/postamat).

Grazie. Ecco perché senza gli immigrati saremmo perduti

Anche l’uso del web è diffuso, infatti, dal 2010 al 2013 è più che raddoppiata la percentuale di migranti bancarizzati che utilizza i servizi di internet banking.

Alessandro Gaetani

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