Gio. Mar 28th, 2024
Welfare
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E’ noto da tempo che, le economie avanzate registrano una crescita senza precedenti del rapporto tra popolazione anziana e popolazione in età lavorativa, dovuta in modo particolare alla diminuzione della natalità e all’allungamento della vita media.

In Italia, il fenomeno di invecchiamento della popolazione, è più accentuato che negli altri Paesi europei. Tutte le previsioni ci dicono che, tra quindici anni, quasi la metà della popolazione italiana sarà sopra i sessantacinque anni di età.

Anziani, famiglie e assistenti. Sviluppi del welfare locale tra invecchiamento e immigrazione

In un recente report Eurostat, relativo ai flussi migratori verso l’Europa e il nostro Paese in particolare, si evidenziava l’enorme fabbisogno di immigrati per mantenere l’attuale livello di popolazione (a livello europeo servirebbero tre milioni di stranieri l’anno). Questo è il responso, se vogliamo per esempio, mantenere il resto della popolazione che è in pensione (sostenibilità dei sistemi pensionistici). Ma se consideriamo la popolazione in età lavorativa (tra i 15 e i 64) residente in Italia, le proiezioni ci dicono che questa si ridurrà di circa sei milioni dal 2015 al 2065 (di cui cinque solo nel mezzogiorno d’Italia).

Quindi gli stranieri, già oggi, non riescono a coprire il deficit di popolazione, a causa della permanente crisi economica (mancanza di lavoro). In proiezione, al Nord e al Centro, gli immigrati manterranno lo stesso livello dell’attuale popolazione, grazie alla maggiore offerta di lavoro. La situazione del Sud del nostro Paese, se pure a macchia di leopardo (per intere regioni, ma addirittura per alcune province, al loro interno più dinamiche), potrebbe diventare drammatica vista la natalità a livello quasi zero e l’invecchiamento della popolazione.

La qualità di immigrazione è molto bassa, e bisogna elevarla, perché sempre più saranno richiesti profili tecnici intermedi, che andranno a diminuire nella popolazione autoctona. Pertanto bisogna cogliere questa ondata di immigrati come un’opportunità per trattenerli formandoli (lingua italiana, riqualificazione professionale, etc.). Tutto il contrario di quello che si fa oggi (centinaia di migliaia di giovani parcheggiati a perdersi nel niente).

Anche in questo caso, basta copiare quello che fanno altri: Germania docet!

Alessandro Gaetani

Per saperne di più su welfare e immigrazione, segnalo le seguenti letture:

Il lavoro non basta. La povertà in Europa negli anni della crisi

I diritti previdenziali dei lavoratori migranti: Un welfare sempre più internazionale

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