Sab. Apr 20th, 2024

Tutto il territorio nazionale, “a macchia di leopardo”, è interessato dal fenomeno dell’edilizia pubblica insufficiente.

Infatti, in un recente rapporto, pubblicato congiuntamente da Nomisma e Federcasa, si può leggere dell’esistenza di un disagio economico, al di fuori dell’edilizia residenziale pubblica, che nel 2014 (anno analizzato dalla ricerca) ha coinvolto 1,7 milioni di nuclei familiari in affitto.

Si legge nel rapporto: “…si tratta di famiglie che, versando in una condizione di disagio abitativo, corrono un concreto rischio di scivolamento verso forme di morosità e di possibile marginalizzazione sociale.”
Si tratta perlopiù di cittadini italiani (circa il 65%) distribuiti, certamente in maggior numero nelle grandi città, ma sempre più diffusi anche nei centri minori.
Solo un terzo di chi versa in una situazione problematica è salvaguardato da un alloggio pubblico (700.000 nuclei familiari pari a 1/3 del totale).

Ecco alcuni dati salienti.
Gli aventi diritto all’alloggio di edilizia residenziale pubblica sono nella maggior parte dei casi italiani (88,3%), il più delle volte si tratta di persone sole o nuclei di due componenti. L’incidenza maggiore è in età avanzata (il 28% supera i 75 anni, il 19,6 è compreso tra i 65 e i 75 anni) con un reddito molto basso (il 44,4% ha un reddito annuale inferiore ai 10.000 euro). Il 49% vive in un alloggio residenziale pubblico da oltre 20 anni, il 28% da oltre 30 anni.
Dalle aziende per la casa che hanno risposto all’indagine suddetta, si evidenzia inoltre che, la maggior parte delle domande inevase riguarda nuclei stranieri, nuclei pluri-componente e nuclei non anziani.

Su questo, evidentemente, pesa anche quel 14% di alloggi esistenti ma che non sono assegnati perché sfitti (banalmente perché bisognosi di investimenti per ristrutturarli) o perché occupati abusivamente.

Per approfondire sul tema famiglie e disagio abitativo, segnalo le seguenti letture:

Alessandro Gaetani

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