Mar. Mar 19th, 2024

La rivoluzione nel carrello. Viaggi nei consumi dell’Italia che cambia

L’Italia è un caso emblematico, dopo quasi 5 anni, la sempre più lenta ripresa (+1,2% la variazione attesa del Pil nel 2018 contro 1,5% effettivo del 2017), va a vantaggio di pochi, non risolleva le sorti della classe media e addirittura spinge ancora più in basso le condizioni delle famiglie in maggiore difficoltà.

In sostanza chi è povero rimane tale: il 62% degli italiani che si trova nel 20% inferiore nella distribuzione del reddito è tale anche dopo 4 anni, una percentuale superiore di 5,5 punti percentuali rispetto alla media dei 36 Paesi Ocse.

Da premesse simili arrivano dati non incoraggianti sui consumi.

L’Italia del 2017 resta il fanalino di coda in Europa con una riduzione dei consumi delle famiglie rispetto al 2010 di oltre il 2% (-2,2%) a fronte di un solido +12,7% tedesco, di un +10,2% francese e di una sostanziale stabilità spagnola (0,1%).

E anche nell’ultimo anno il dato italiano (+0,7%) è il più basso tra le grandi economie europee. Le famiglie benestanti spendono 4 volte di più rispetto a quelle con bassa capacità di spesa e tra una famiglia trentina e una calabrese il differenziale all’anno è pari a 17.000 euro.

Così comincia il comunicato stampa di presentazione del Rapporto consumi Coop.

Segnali negativi che si aggiungono all’incertezza sul futuro e che spingono, il presidente di Coop Italia Marco Pedroni, in un recente intervento radiofonico, a chiedere ai governanti di evitare interventi che prevedono l’aumento dell’Iva, considerata da quest’ultimo una tassa ingiusta che colpisce tutti nello stesso modo aumentando le disparità di potere di acquisto in tante parti della società italiana.

Il Rapporto Coop è un indicatore molto importante nel mondo dei consumi. Racconta le trasformazioni economiche e sociali che percorrono il nostro Paese attraverso il cambiamento del “carrello della spesa”: più prodotti ecologici, più cibo bio-etnico e già pronto da consumare. Meno acquisti di burro e cioccolato.

Alessandro Gaetani

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