Sab. Apr 20th, 2024

Il settore immobiliare mostra una capacità di resistenza alla debolezza del contesto economico di riferimento superiore alle attese, anche se emergono segnali di ricomposizione del mercato che potrebbero portare a un indebolimento della crescita in atto. La sostanziale stagnazione che caratterizza il nostro Paese non sembra avere scalfito la propensione proprietaria delle famiglie italiane”.

Presentato lo scorso 27 novembre il 3° osservatorio immobiliare 2019 dell’Istituto bolognese Nomisma. Un quadro esaustivo utile a mostrare l’andamento del Mercato immobiliare italiano. Vediamone qualche numero.

Compravendite

· A preconsuntivo del 2019 le compravendite sono poco più di 662mila (il 92% riguarda il residenziale);

· Il tempo medio per vendere un’abitazione è di 6,2 mesi (ancora distante dal punto minimo del periodo 2000-2019 che è stato di 3,4 mesi);

· Diminuiscono le compravendite sostenute da mutuo (passano dal 58,2% del 2018 al 51,8% del 2019);

· Per la prima volta, dopo dieci anni crescono i prezzi, seppure con un incremento frazionale (+0,2%).

Locazioni

· Una domanda sostenuta di locazione di abitazioni, sia di breve sia di lungo periodo, ha favorito la risalita dei canoni che per il secondo anno consecutivo fanno segnare variazioni positive al di sotto dell’1% annuo. Considerando lo sconto praticato in fase di trattativa, le percentuali risultano tuttora piuttosto elevate (13,4% in media) rispetto ai livelli pre-crisi, ad esclusione di Milano in cui lo sconto si attesta intorno all’8,5%;

· Una domanda che si rivolge all’opzione dell’affitto ed è tutt’altro che trascurabile (prossima al 50%), confermando non solo l’immagine di un Paese più mobile rispetto al passato, anche la presenza sul mercato di una domanda di utilizzo temporaneo in costante crescita, passata in un anno dall’11% al 18%.

Alessandro Gaetani

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