Il Sistema Sanitario Italiano (Ssn) è un impianto articolato, fondato sulla centralità pubblica e su principi d’insieme (universalità), organizzato su diversi livelli di responsabilità e amministrazione (Governo centrale, Regioni, etc.), con un’accentuata differenziazione territoriale nella qualità ed efficienza delle prestazioni (sull’intero territorio nazionale “a macchia di leopardo”). L’assetto complessivo presenta aspetti positivi – l’Italia è tra i paesi con le minori disuguaglianze nello stato di salute generale della popolazione – e punte di eccellenza, ma anche gap da colmare e sfide ineludibili, come ridurre i tempi di attesa e fenomeni di razionamento delle cure, o come far fronte all’incremento dei bisogni sanitari causati dall’invecchiamento della popolazione.
Diversi esperti sostengono che è necessario definire una struttura sostenibile e una nuova universalità “selettiva” che garantisca le prestazioni indispensabili e incondizionate per determinate fasce di popolazione, riguardo alle quali il presidio pubblico deve rimanere centrale, e ampliando l’ambito d’intervento delle forme sanitarie integrative, con riferimento alle prestazioni alle quali già oggi si ricorre in maniera rilevante mediante spesa “di tasca propria”.
La mangiatoia: Perché la sanità è diventata il più grande affare d’Italia
Nell’attuazione di questo programma, il riordino delle forme integrative rappresenta un passaggio fondamentale. L’assetto attuale è caratterizzato dalla presenza di diversi operatori con servizi, standard di trasparenza e tutele verso gli iscritti non sempre confrontabili tra loro. (Sono circa dieci milioni gli italiani iscritti a una forma di sanità integrativa. Nel 2014 raccolti premi assicurativi per oltre 2 miliardi di euro).
L’ANIA (Associazione Nazionale delle Imprese Assicurative) in un suo recente paper ha evidenziato che per rendere il mercato più efficiente, promuovendo un’effettiva competizione, “è necessario innanzitutto allineare, come è avvenuto per la previdenza, gli incentivi fiscali a favore dell’assistenza integrativa, correggendo un’asimmetria che attualmente penalizza i prodotti assicurativi e, in generale, le forme individuali di copertura”.
Competizione, sostenibilità e qualità: Quale futuro per il welfare sanitario italiano?
“É poi indispensabile, aggiunge l’ANIA, definire precisi standard gestionali e un assetto armonizzato di regole e controlli per dare garanzie a quanti si rivolgono a strutture private per quelle prestazioni non erogate dal SSN”.
Alessandro Gaetani