Ven. Apr 26th, 2024



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Si dice che in Italia ci sia la crisi.
Sicuramente c’è la crisi, ma qualche considerazione sul nostro Paese è necessario farla.

In prima battuta penso che le prime imprese che hanno chiuso siano state quelle che lavoravano male, quelle che non si sono innovate, etc.

Poi c’è la questione della burocrazia e della scarsa attenzione delle Istituzioni pubbliche (derivante soprattutto dal vecchio monopolio infrastrutturale nelle telecomunicazioni e l’energia, dalla burocrazia asfissiante a tutti i livelli, etc.) nei confronti di chi vuole investire, crearsi un autoimpiego e creare posti di lavoro, far “girare” in qualche modo l’economia.

Ho ascoltato per esempio la narrazione di diversi casi dove, per l’apertura di una lavanderia automatica piccoli potenziali imprenditori, hanno dovuto attendere fino a sei mesi per l’incremento della corrente elettrica, subendo i costi iniziali di finanziamento per l’acquisto delle macchine, affitto locale, etc., senza poter incassare un euro dalla loro attività che non poteva partire.

Diversi libri e inchieste ben raccontano le difficoltà che incontra chi vuol fare impresa nel nostro Paese:

Volevo solo vendere la pizza (Garzanti Narratori)

Giovani imprenditori. Fare Impresa in Italia: Potenzialità, Modelli Vincenti e Burocrazia. (Ebook Italiano – Anteprima Gratis)

Importante però porre l’accento anche sul fenomeno delle Imprese troppo piccole (nelle dimensioni, con “addetti tuttofare” con inevitabili poche competenze e quindi non pronte per esempio, a innovarsi investendo sui macchinari tecnologicamente avanzati), ma anche le Imprese “troppo e per troppo tempo” vincolate al finanziamento bancario (ci deve essere un momento in cui l’Azienda non ha più bisogno della “bombola dell’ossigeno”).

Come pure molte Imprese non hanno al loro interno le competenze necessarie a cogliere l’opportunità di reperire risorse attraverso la presentazione di progetti usando i Fondi Europei (quante volte si legge dei “soldi dell’Europa” che tornano indietro per mancanza di progetti da finanziare).

Poi c’è la questione Scuola/Lavoro (in maiuscolo per evidenziarne l’importanza). Ho già scritto e riscritto più volte del paradosso tutto italiano che vede da un lato percentuali di disoccupazione nel nostro Paese a doppia cifra, e dall’altro Aziende che faticano a trovare i profili a loro necessari per crescere.

Come pure la non conoscenza delle lingue in un mercato, ormai, sempre più internazionale, che vede perfino laureati italiani, anche con dottorati, totalmente incapaci di intrattenere una conversazione commerciale in una qualunque lingua estera.

E che dire poi dell’incertezza dimostrata da chi, alla ricerca di un posto di lavoro, a domande tipo: Cosa ti piacerebbe fare? Hai delle passioni, un settore di tuo interesse in cui ti piacerebbe operare? Rispondono genericamente “qualunque cosa trovo va bene”.

E allora le questioni sul tavolo sono tante ed evidenziano come ci sia la necessità per tutti (Istituzioni, Imprese, Cittadini) di rimboccarsi le maniche per superare la Crisi.

Alessandro Gaetani
Consigliere di Amministrazione
VCO Formazione Scarl
(Formazione ed Orientamento Professionale – Servizi al lavoro)

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