Sab. Apr 20th, 2024

In un mio precedente articolo avevo parlato dei Piani individuali di risparmio nella loro prima versione. Ora i nuovi PIR (di terza generazione) puntano a riprendere il cammino delle sottoscrizioni dei risparmiatori bruscamente interrotto per via dei cambiamenti imposti dal Governo GialloVerde, che avevo commentato in questo articolo sui PIR 2.0 (praticamente mai nati).

Ma mentre le Banche e le Reti intermediarie si organizzano a fare “un grande raccolto” già a partire dal 2020, c’è chi si è cimentato a stimare l’impatto potenziale sull’AIM (Il FTSE AIM Italia è un indice della Borsa di Milano. Paniere dell’AIM Italia – Mercato alternativo del capitale, composto delle piccole e medie imprese italiane ad alto potenziale di crescita, che ha accorpato i mercati AIM Italia e MAC) quantificandolo in circa 231 milioni di euro.

Cifra, questa, stimata per via dell’obbligo per i Piani Individuali di Risparmio, costituiti a decorrere dal 1°gennaio 2020, di investire il 5% del 70% (ovvero il 3,5%) del valore complessivo in strumenti finanziari di imprese diverse da quelle inserite nell’indice Ftse Mib e Ftse Mid della Borsa italiana o in indici equivalenti di altri mercati regolamentati. Si tratta della boutique finanziaria IR Top Consulting, che ha recentemente pubblicato lo studio “PIR DI TERZA GENERAZIONE: STIMA DELL’IMPATTO SU AIM ITALIA PER IL 2020 ED EFFETTI NEL TRIENNIO 2020-2022.

Anna Lambiase, fondatore e CEO, IR Top Consulting: “Sulla base delle analisi del nostro Osservatorio AIM l’impatto potenziale dei nuovi PIR su AIM Italia è stimato in 231 milioni di Euro nel 2020, pari all’8% della previsione di impatto complessiva di 3 miliardi di Euro. La nostra stima si fonda su una metodologia di ponderazione che valuta variabili di mercato statiche e dinamiche in relazione all’universo investibile. L’ulteriore afflusso di liquidità derivante dai PIR di terza generazione potrebbe generare nell’arco del triennio 2020-2022 un triplice effetto positivo su AIM Italia, che rappresenta circa la metà dell’universo investibile relativo al 3,5% da allocare su titoli non MIB e non MID, oggi pari a 258 società quotate sui mercati regolamentati e MTF. AIM Italia potrà beneficiare in maniera importante delle nuove condizioni volte a indirizzare il risparmio privato nell’economia reale e in modo specifico verso le PMI che costituiscono le fondamenta del sistema industriale italiano. I nuovi PIR potrebbero generare nel triennio 2020-2022 tre effetti: anzitutto un incremento del numero di società quotate, grazie a una crescita pari al +30% medio annuo del numero di IPO. A questo si aggiungono l’incremento della raccolta media, pari al +69%, che stimiamo possa passare da 5,9 milioni di Euro nel 2019 a circa 10 milioni di Euro e un ampliamento del flottante medio in IPO, dal 24% al 30%. Le stime si fondano sulle nostre proiezioni derivanti sull’analisi storica effettuata sul mercato AIM Italia, in particolare nel biennio 2017-2018, periodo che ha beneficiato degli effetti dei PIR introdotti per la prima volta a fine 2016: la dimensione media della PMI quotata tra il 2017 e il 2018 è stata pari a 39 milioni di euro in termini di ricavi, segnando una crescita di circa 3 volte rispetto a 14 milioni di euro nel 2016, la raccolta media si è attestata a 9,8 milioni di euro (6,4 milioni di euro nel 2016) e il flottante medio in IPO è stato pari al 26% (15% nel 2016).

Per i risparmiatori la consueta raccomandazione di non farsi ingolosire dalla sola agevolazione fiscale ma di inserire lo strumento finanziario in una corretta diversificazione dei propri risparmi.

Alessandro Gaetani

Fonte dati comunicato stampa IRTOPCONSULTING 27/01/2020

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