Sab. Apr 27th, 2024

Vi avevo presentato le caratteristiche dei PIR in questo articolo: I Piani Individuali di Risparmio

Alla luce del decreto ministeriale del 30 aprile scorso, pubblicato in Gazzetta Ufficiale lo scorso 7 maggio, e attuativo di quanto introdotto dalla Legge di bilancio 2019, vi riporto le novità previste per i Piani individuali di Risparmio (PIR) costituiti dal 2019.

Per questi, si legge nel decreto, è previsto che in ciascun anno di durata del piano, per almeno i due terzi dell’anno stesso le somme o i valori destinati nel PIR devono essere investiti per almeno il 70% del valore complessivo in strumenti finanziari emessi e stipulati con imprese che risiedono in Italia o in Stati EU o SEE con stabile organizzazione nel medesimo territorio e la suddetta quota del 70% deve essere investita:

  • Per almeno il 5% del valore complessivo in strumenti finanziari ammessi alle negoziazioni sui sistemi multilaterali di negoziazione;
  • Per almeno il 30% del valore complessivo in strumenti finanziari di imprese diverse da quelle inserite nell’indice FTSE MIB della Borsa italiana o in indici equivalenti in altri mercati regolamentati;
  • Per almeno il 5% in quote o azioni di Fondi di Venture capital residenti sul territorio dello Stato italiano o in Stati EU o SEE.

I PIR dall’inizio del 2017 avevano fatto una raccolta di quasi 20 miliardi di euro grazie all’apprezzamento dei risparmiatori ingolositi dall’agevolazione fiscale prevista sul rendimento alla scadenza dei 5 anni.

Anche se in realtà molti risparmiatori avevano già cominciato a estinguere i loro Piani di risparmio di fronte ai primi segnali di rendimenti negativi (e pensare che erano nati per incentivare il risparmio a lungo termine per far confluire risorse al tessuto produttivo delle piccole imprese).

E già, chissà quanti dei sottoscrittori avevano effettuato una buona diversificazione dei propri risparmi perché i PIR si portavano dietro, proprio per la “regolamentazione statale” e una sorta di “allocazione forzosa” decisa dal legislatore, dei rischi di concentrazione geografica sul mercato italiano, rischi di concentrazione su titoli illiquidi, anche per la presenza di un numero modesto di titoli al segmento AIM, ecc. ecc.

Quindi restiamo in attesa delle proposte dell’Industria finanziaria di nuovi PIR adeguati alle nuove regole. E del coraggio e della consapevolezza dei risparmiatori che saranno chiamati a prendersi più rischi, come evidenziato da Bankitalia.

Alessandro Gaetani

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